Si è svolto un dibattito artefatto e surreale sull’antifascismo, valore se non condiviso, ormai perlomeno comune, asseverato da 75 anni di milizia parlamentare e da atti fondativi.

Nessuno dei partecipanti ha ricordato l’eroe che non avrebbe creato polemiche, Salvo D’Acquisto, tutti impegnati com’erano a dare addosso a un fantasma che come i pupi siciliani si muove a comando e nelle date comandate.

Nessuno, neppure colui che garantisce l’unità della nazione e che si è avventurato in un discorso culturalmente non del suo livello, contenutisticamente ascoltato più volte nelle piazze comizianti e nelle feste dell’Unità.

Nel mentre l’arma di distrazione di massa svolgeva il suo compito, la postdemocrazia assestava i colpi programmati, nell’inerzia di un’opinione pubblica distratta, di media se non asserviti, sicuramente inadeguati, di un governo ormai salito ( come previsto)nel bandwagon postdemocratico e finanziarista.

I passaggi sono semplici.

Da subito dicemmo che il PNRR era una trappola mortale, non un grazioso dono dell’UE.

Sul punto non vale ripetersi. Troverete tutto l’indispensabile nel pezzo del 6 aprile scorso ‘ i patrioti resilienti’.

Qui giova ricordare che non a caso FDI in Parlamento Europeo votò per ben 5 volte contro l’inganno che stavano predisponendo, ovviamente prima della conversione da ‘patrioti’a ‘patrioti resilienti’.

Il governo si è così appiattito al suo destino di colonia  e si impegna a tutto tondo per spendere ‘ i soldi dell’Europa’.

Dicono così, ma sanno benissimo che meno una piccola parte, sono soldi nostri, in quanto presi a prestito con tanto di interessi, corroborati da altri soldi italiani, pari al tributo nazionale all’UE.

Il PNRR e il suo completamento comporteranno un ulteriore indebitamento per opere volute e richieste dalle ubbìe verdi e resilienti dell’Unione, che ben si sposano con le ansie clientelari di Fitto e c.

Non a caso fuori causa gli stadi di Firenze e Venezia, territori con clientele di diversa appartenenza.

Mentre l’Italia si infiamma per le sciocchezze di La Russa, il governo ci fa infilare la testa in un cul de sac dal quale non usciremo più.

Non a caso, nel mentre si rassicurava il Parlamento che il Governo avrebbe fatto di tutto per suicidare il paese e per contentare le filosofie del controllo clientelare del territorio, spendendo e spandendo il debito del PNRR, il quotidiano di Confindustria, forse in un rigurgito di coscienza, inviava un avviso ai naviganti, trascurato ovviamente dal bandwagon “Svolta green, costi fuori controllo’.

Tanto peggio tanto meglio secondo la filosofia della postdemocrazia. Ma poi non dite che non si era detto. Comportamento tipico del Mondo di Sopra.

E qui arriva la seconda mazzata. Non si trova termine migliore per quanto è successo a danno della nazione e della nostra economia, nel mentre venivamo inondati da ‘ora e sempre Resistenza’.

Resistenza a chi ? A cosa?

Invece di chiedere a Giorgia Meloni professioni di antifascismo teorico, andavano verificati i fatti.

Avremmo visto che tutto il carrozzone postdemocratico, l’unica forma di neofascismo internazionale in atto, determinava  con l’assenso italiano le regole del nuovo patto di stabilità.

Regole che chiudono definitivamente ogni via d’uscita. Ovviamente con il consenso di Giorgetti e la banda del PIL.

Confermato l’indice a random del 3%, confermato il ritorno ai valori precovid, Ucraina, inflazione.

Confermato il PIL come misura della crescita.

Confermato il dato di riferimento del debito pubblico, senza nessuna incidenza della ricchezza privata ( risparmio).

Se a questo uniamo l’aumento del debito con le dazioni del PNRR, i provvedimenti green su casa, auto, adesso anche camion, fra pochissimo balneari, aumento dei tassi, mancata esclusione dal conteggio del debito delle spese pretese per adeguamenti ambientali, si comprende che la morsa mortale ha già afferrato la vittima.

‘Morsa’che non è ‘di sinistra’ come ingenuamente ripetono i media filogovernativi, ma è postdemocratica e finanziarista, con il governo Meloni  da quella parte là.

L’Italia quella che chi oggi governa diceva di amare, cioè quella che auspicano quasi tutti gli italiani è in agonia.

Si continui pure a restare davanti alla tv e a lavorare a maglia.

Le cravatte e il vestito da morto ce lo hanno già fatto gli altri.

Per la fossa le pale le hanno date al governo.