L’Italia non ha votato contro la direttiva europea per l’abolizione dei motori termici al 2035.

La misura è colma e è opportuno fare il punto, perchè non si abbiano più giustificazioni.

Meloni e Fdi si erano guadagnati il consenso ( sia pur circondati da un mare di astensioni)sulla scorta di alcuni valori e impegni sbandierati e sull’opposizione al governo Draghi. Anche se alcuni ritenevano che Fdi ricoprisse più che altro il ruolo di ‘oppositore del re ‘, cioè di facciata. Pensavano che anche con Fdi al governo sarebbero continuate le politiche contrarie all’interesse nazionale, magari accampando uno stato di necessità, relativo ai vincoli europei. Vincoli peraltro esistenti anche quando Meloni e c. promettevano.

Vi erano sintomi non secondari che il governo Meloni 1 avrebbe corrisposto a un governo Draghi 2.

L’ammissione di Giorgia Meloni nell’Aspen Institute, terzo moschettiere della postdemocrazia finanziaria con Bilderberg e Trilateral Commission, il lasciapassare concesso da Sergio Mattarella, capofila dei politici favorevoli alle cessioni di sovranità all’UE e la protezione manifesta di Mario Draghi, non promettevano niente di buono.

La formazione della squadra confermò il quadro:Giancarlo Giorgetti al Mef era una prova della volontà di seguire la via di Draghi, Raffaele Fitto al Pnrr quella di Mattarella. Crosetto alla Difesa  e Alfredo Mantovano sottosegretario  alla presidenza del consiglio sigillavano la sottomissione ai voleri ( tutti) del Mondo di sopra.

Si ritiene che i postdemocratici nostrani confidassero nelle capacità di Meloni di proporsi come capitana coraggiosa, che le sue decise asserzioni, fossero in grado di offuscare quanto bastava le manovre postdemocratiche del governo. E cosí in buona parte fu.

Si tralasciano gli scivoloni, gli infortuni, gli inciampi dovuti a un’inesperienza di fondo di una truppa soltanto di recente attovagliata nei luoghi di potere e scelta più per le doti di fedeltà che di capacità. E si trascura la complice furbizia tattica di attardarsi su temi etici, e l’animarsi su di essi dello scontro apparente destra-sinistra, vere armi di distrazione di massa.

Vale accennare invece come

  • La destra criticasse la politica delle elemosine ( bonus), parziali, deresponsabilizzanti, proprie del principio di sudditanza.
  • Il governo, invece ha continuato a elargire bonus, bruciando risorse e evitando pinterventi strutturali.
  • Mentre dispensava benefici, interveniva all’improvviso sul superbonus mettendo in ginocchio 30. 000piccole imprese (stima)

, danneggiando il comparto immobiliare, favorendo il sistema del credito e le necessità della contabilità formale cara alla speculazione e alla burocrazia. Contabilità che mai si incrocia con gli interessi reali del paese, come riconosce lo stesso Sabino Cassese, interessi che il governo aveva promesso di difendere.

  • Meloni subiva la direttiva green sugli immobili, deprezzando in un attimo il patrimonio immobiliare nazionale, scoraggiando l’acquisto fondiario, umiliando un valore essenziale della civiltà comunitaria, riducendo in un attimo il valore del risparmio privato.
  • la destra aveva promesso la fine delle accise, il governo, contro gli interessi dell’economia reale e per assecondare le quadrature teoriche e contabili volute da finanza e UE le ha mantenute come gli oneri di sistema, anzichè eliminarli al fine di favorire l’attenuazione dei costi energetici e frenare l’inflazione
  • Il governo non ha votato contro la direttiva sulla vetture a trazione elettrica, vero cataclisma per l’industria, piccola e media impresa, per l’ingegno e i primati del lavoro nazionale, che fra l’altro pagherà il tributo di almeno 100000 posti. f. Migranti. Avrebbero dovuto diminuire, non sono sbarcati mai in cosí tanti.

Si potrebbe continuare, ma la musica non cambierebbe.

È ormai chiaro che il governo Draghi 1 ha scavato la fossa e che il governo Draghi 2 ci sta calando la bara.