Massimo Corsaro, politico e uomo di rara qualità intellettuale, fa notare di fronte a quanto sta succedendo, che in anni passati “si sarebbe sparato per molto meno”. Giustificano le affermazioni di Corsaro le violazioni dei diritti, la distruzione che pare scientifica del lavoro e dell’imprenditoria nazionale, le prediche mai rispondenti al vero e piene dei luoghi comuni tipici dei regimi in crisi. RAI 3 ci ha narrato giorni fa che uno studio completo del 1953, faceva ammontare a 4 milioni i poveri in Italia. Uscivamo da una guerra perduta, con il paese distrutto, in piena arretratezza culturale, infrastrutturale, industriale, economica in genere. Eravamo 47 milioni. Nel 2020, dopo 70 anni di economia liberale che persegue ricchezza e benessere, settima nazione industrializzata del mondo,59 milioni di abitanti, i poveri conclamati sono 12 milioni. Il triplo. Una buona parte causati dagli effetti di globalizzazione, euro, UE, finanziario, assenza di politiche di comunità e di contrasto al globalismo selvaggio. Il Covid e i comportamenti dissennati di questo governo -che non soltanto noi definiamo di ” scappati di casa ” -ne ha aggiunti in un lampo 4milioni (per adesso). Non si spara (per fortuna) poiché’ la società ha perduto i tratti di una comunità ideologizzata, nella quale spararsi addosso per politica rientrava nelle cose plausibili. Non ci sono più gli illusi rivoluzionari, i nuovi partigiani, i fascisti disposti a tutto. E non ci sono, almeno per ora, i servizi segreti, le potenze straniere, le personalità nazionali disposte a veder risolte in quel modo le questioni politiche interne. Quello che ci dovrebbe essere e non c’è è il senso civico degli italiani, la consapevolezza che siamo nei pressi del mattatoio in attesa di ingresso programmato, la voglia di affermare libertà e diritti, la disponibilità alla disobbedienza civile di massa. I piani anti Covid di questo ceto dirigente non solo non hanno funzionato, ma hanno fornito la visione di un paese allo sbando fra aperture chiusure riaperture. Con un tutti contro tutti che ha alimentato il disorientamento popolare e ha screditato i provvedimenti, i governanti, gli scienziati. Costoro hanno provocato l’accelerazione della corsa verso la distruzione dell’economia di comunità e il sopravvento del finanziario, della dittatura dell’Ue coi suoi falsi doni. Sta subentrando l’auspicio che all’ avvocato di provincia inadeguato ma ebbro di ambizione, si sostituisca un boia abile, che quando ci decapiterà farà almeno un lavoro pulito. Quello che pare incredibile è l’aumento di popolarità di Conte. La cosa si potrebbe liquidare con il detto ‘Quando Giove vuol perderti prima di tutto ti toglie il senno’. Troppo semplice: c’ è un masochismo di massa e una pigrizia diffusa che si affida di volta in volta al ciarlatano di turno che alla Fiera delle occasioni, quella sì sempre aperta, la racconta meglio e spaccia lo sciroppo avvelenato con garbo ipocrita e abilità dialettica da imbonitore. Non si spara più e è un bene. Stiamo affogando nell’inerzia e non è bene. Che fare? Lavarsi le mani, indossare le mascherine, mantenere le distanze, disobbedire civilmente alle imposizioni e continuare a lottare. Non come chi vince sempre, ma come chi non si arrende mai, come dice Frida Kahlo.Il futuro? È nel grembo degli dei, ma anche nella volontà degli uomini.