Le notizie della guerra distolgono dalle cose di casa nostra. Anche dalle più gravi, come l’innesco della bomba della revisione del catasto.

Il compito di fare da argine a questa condanna a morte del cuore etico e economico della comunità nazionale se l’era assunto il cosiddetto ‘ centrodestra di governo’.

Era il loro Piave che promettevano di difendere al grido ‘ la casa non si tocca’, altrimenti-assicuravano -‘ tutti a casa’.

Il solo modo per evitare la Caporetto del mattone era eliminare l’argomento ‘catasto’dalla delega fiscale.

Invece il cosidetto ‘centrodestra di governo’si è accontentato delle promesse di Draghi e si è dichirato soddisfatto.

Egli ha garantito che non ci saranno nuovi tributi nè aumenti delle basi imponibili a seguito della  revisione degli estimi catastali, pratica che, dice Draghi, servirà soltanto al censimento degli immobili abusivi.

Non c’è stato imbarazzo nell’accontentarsi di parole non in linea con proposte di norme scritte e con gli ovvi risultati dell’operazione.

Nè i media hanno fatto una piega di fronte a questa recita che rendeva lo scenario confondibile con uno sketch di Zelig.

Come  quel marito che assaggiata la carne ebbe a lamentarsi che era cattiva, dura e immangiabile. La moglie garantì che avrebbe provveduto.

Il giorno dopo raggiante disse al marito : ‘ Tranquillo ho risolto. Ho chiesto al macellaio com’era la carne che ci ha dato e lui mi ha garantito che era tenera e buona’.

Persino i giornaloni del Mondo di sopra,  amici dichiarati di Attila Draghi, non ce la fanno a  sottacere la cosa.

Vi si legge’si può dire con ASSOLUTA CERTEZZA che, se  la revisione non sarà solo a fini statistici, aumenteranno  i valori imponibili IMU, passaggi di proprietà, successioni’. Nessun nuovo tributo ma perequazione dei vecchi. “Diversamente – conclude il giornalone-non si spiega come la revisione del Catasto ha nelle intenzioni del governo una rilevanza cosí cruciale’

Come al solito Attila Draghi promette a vuoto, tenta di salvare la forma, ma la sostanza lo tradisce. Si pagherà di più anche se non fossero previsti nuovi tributi e ritoccata la base imponibile.

Come viene giustamente rilevato, diversamente non avrebbe senso nè apporre la norma nella delega fiscale, nè far barricate sulla dichiarata indisponibilità a rimuoverla, nè assumere un impegno tanto gravoso in uomini e mezzi, solo per un esercizio statistico.

Ancora meno si spiegherebbero i previsti ancoraggi dei censimenti ai prezzi di mercato.

La promessa e la garanzia fasulla fanno parte del metodo del mendacio permanente di scuola gesuitica in uso a Attila Draghi, anche nel solco della mai obsoleta scuola democristiana.

Viene in mente il miserando destino del sacro giuramento del presidente del consiglio di allora sul fatto che le istituende regioni a statuto ordinario non sarebbero costate alla casse pubbliche una sola lira e che non vi sarebbe stato aumento di personale pubblico.

La differenza sta nella circostanza che il centrodestra del tempo non ci credette e continuò nella sua opposizione, mentre il cosiddetto ‘centrodestra di governo’odierno si dimostra soddisfatto e appagato dalla menzogna presidenziale.

Non è soltanto una questione di pressione fiscale.

Il mercato immobiliare è tornato in depressione e gli investimenti sul mattone saranno sempre meno appetibili. Esattamente come la postdemocrazia finanziaria desidera.

Il ‘centrodestra di governo’ incapace di una coerente reazione è attento, ma non ai conclamati valori dell’intangibilità della ‘casa’, ma alla sopravvivenza del governo e dell’attuale maggioranza. Potrà così  partecipare alla vendemmia in arrivo di poltrone, cariche, stipendi.

Per la gioia nel ‘centrodestra di governo’di Gianni Letta e di quelli come lui.