Il discorso di Draghi è una tappa del percorso per fare dell’Italia un paese a postdemocrazia totalitaria finanziarista.

In primis l’atmosfera creata per rimanere irretiti dal falso clima di emozione, commozione, spaesamento messo in scena da Draghi. Costui è uomo da platee mondiali, avvezzo ad ogni consesso, a ogni manovra, a scelte dal costo umano notevole. Uomo freddo, uno dei più esperti del globo. Non può proporci in modo credibile il bluff del neofita emozionato e spaesato.

Secondo la cultura gesuitica che lo informa di sé l’affabulazione è alla base dell’azione. E per il convincimento affabulatorio il clima che fa abbassare le difese è un elemento basico.

In questo scenario chiarificatore vediamo le tappe della truffa oratoria:

  1. ‘Ricostruzione come dopo la seconda guerra mondiale’ Non è vero. Non c’è ricostruzione perché’ non c’è stata distruzione. Ne’ genocidi, omicidi di massa, odio, bombe atomiche e non. Non ci sarà ricostruzione, ameno che’ non si voglia avvalersi dell’equivoco per distruggere prima e poi ricostruire a modo proprio. Dovrebbe esserci ‘ripresa ‘dopo il fermo e l’arretramento economico. Non c’è da abbattere e ricostruire, ma bisogna solo caricare le batterie e fare il pieno. Quando il tutto sarà in asse si potrà’ parlare di adeguamento e cambiamento. Prima di spendere per il clima, la resilienza, la parità di genere, c’è da spendere per togliere dalla povertà circa 15 milioni di italiani e di far ripartire un tipo di economia che riguarda il 99,9 per cento delle aziende nazionali.
  2. Aiuti selettivi: lo aveva già detto al G30 e al meeting di CL. Chi fa profitto verrà’ aiutato gli altri saranno abbandonati al proprio destino. Il contrario del nessuno sarà lasciato indietro. Antitetico al solidarismo nazionale e a svariati articoli della Costituzione. Ma in linea perfetta con la visione bancaria e finanziarista dell’economia. Essa declina il suo percorso passando per la distruzione dell’economia diffusa e socialmente utile per raggiungere aggregati significativi e realtà compatte vocati al profitto e a favorire la speculazione.
  3. Euro. definito ‘ irreversibile’ cioè’ valore assoluto intangibile, irretrattabile. In Italia per Costituzione una sola cosa è irreversibile: la forma repubblicana. I valori e i principi fondamentali e intangibili della nostra democrazia sono previsti fra l’art 1 e l’art 12 della Carta. Fra di loro non c’è l’euro né la rinuncia del paese a battere moneta. Poi che sarebbe mortifero uscirne, come uscire dall’UE, a condizioni date, è altro discorso, ma di opportunità non di valori.
  4. ‘L’unità’ non è un’opzione è un dovere…Questo è il governo del paese. ‘Se queste frasi fossero in bocca a un dittatore non ci sarebbe nulla di strano. L’unità o meno evocata come unico dovere possibile è un concetto totalitario. Esclude la legittimità dell’opposizione. Autodefinirsi ‘governo del paese’ escludendo ogni possibile alternativa è egualmente totalitario. Altro non è che la postdemocrazia finanziarista che prevede il mantenimento delle forme delle democrazie parlamentari, il loro svuotamento e consegna del potere all’élite economiche e funzionariali.
  5. ‘Pandemia’nominata 20 volte, vocabolo più’ citato del discorso. La postdemocrazia finanziarista per raggiungere i suoi scopi o crea situazioni di crisi o approfitta di crisi autogene le enfatizza e induce a compiere scelte alla luce del terrore diffuso e dello stato emergenziale indotto. Situazione di scuola dunque.

Siamo in un copione già’ scritto. E chi ci avrebbe dovuto difendere ci ha consegnato al boia.