Quello che è da evitare nel ragionamento su energia, prezzi speculazione, rimedi è fare la figura di chi non si adatta, non capisce, sogna e dice sciocchezze.

Oppure quella di uno di quegli ignoranti dei meccanismi e delle norme che blaterano a vuoto, senza sapere cosa è possibile e cosa no.

Nè sembra di una qualche utilita’ rivangare il passato sui messaggi in chiaro espressi per anni sul pericolo incombente.

Nè è il caso di lanciare altri S. O. S. Non c’è nulla di più indistruttibile che l’incredulità.

Nè vale la pena polemizzare sui responsabili, che rimarranno in tolda.

Va ricordato soltanto che non sarebbe certo complicato applicare provvedimenti efficaci e abbastanza semplici, che NESSUNO dice.

Dovrebbe governare le decisioni il principio di autodifesa :come gli altri paesi dell’UE si tutelano e reagiscono alla crisi energetica in autonomia e in difesa dei propri interessi nazionali, cosí ha diritto di fare l’italia.

In particolare sarebbero sufficienti poche iniziative.

1) Dichiarare lo stato di emergenza.

Questo consentirebbe l’ immediata efficacia di provvedimenti che elusi per ogni giorno che passa fanno danni incredibili( come si sta verificando)

2) Sospendere per sei mesi ( rinnovabili) tutti gli oneri aggiuntivi su bollette energetiche e prezzo dei carburanti ( incidenti sui totali per il 50% e oltre)tranne il minimo Iva ( 5%).

3) Determinare l’acquisto diretto del gas dal fornitore, mediante strumento di Stato e effettuare la rivendita ai distributori al prezzo di costo.

4) Cessare con l’erogazione di bonus e aiuti.

Questi provvedimenti emergenziali e non differibili, scaccerebbero lo spettro della miseria e si trasformerebbero, anche nel breve, in investimenti provvidenziali.

Gli effetti sull’immediato sarebbero :

1) Eliminazione dei costi per le provvidenze e gli aiuti.

2) Ripresa dei consumi privati di carburanti e energia e accrescimento della capacità di spesa delle famiglie, con ripresa dei consumi in generale

3) Diminuzione dei costi di scambio e di produzione

4) Mancata chiusura di imprese, recupero e mantenimento dei posti di lavoro, riconquista di posizioni concorrenziali.

5 ) Conservazione dei servizi (ospedali, scuole etc)e della funzionalità’ della autonomie ( comuni, province etc)

Un semplice conteggio previsionale garantirà ogni eventuale copertura, senza scostamenti.

Se sul breve periodo non sarebbe eccessivamente problematico- basterebbe volerlo-annichilire gli effetti perversi dell’esplosione speculativa dei costi energetici, rimarrebbero da operare scelte strategiche.

In estrema sintesi:

1) Piano di intervento per l’incentivazione di autoproduzione energetica con distacco senza oneri residui dalla rete per singoli, imprese, comunità.

2) Riattivazione immediata delle centrali a carbone.

3) Ripresa delle trivellazioni e delle estrazioni.

4) Mappatura e attivazione di centrali eoliche veramente produttive

5 ) Energia solare ovunque attivabile con eliminazione dei divieti di istallazione al suolo, semplificazioni procedurali e disponibiltà in piena autonomia su quella prodotta.

6) Attivazione della cantieristica navale per varare una flotta di navi rigassificatrici e dei natanti necessari all’autotrasporto delle fonti energetiche.

Chi oggi parla di nucleare dovrà fare i conti con un’avversione coltivata per decenni e radicata e con il fattore tempo ( circa una generazione- 25 anni -) per metterle in funzione.

Il fatto che nessuno dei contendenti abbia messo in campo un programma semplice come questo, illumina su chi sia il vero padrone del vapore e come sia sacrosanto non farsi coinvolgere.

Sarebbe sufficiente che un governo e una classe politica non dipendente dalla postdemocrazia, dagli interessi dei paesi stranieri e di banche, borse, grande speculazione, agisse per il bene del paese e di tutti noi e non per il loro per evitare almeno per ora la tragedia.

Poichè questo non accenna ad accadere temo che l’attuale personale politico, tutto, sia già a disposizione di altri, perduto alla causa e immeritevole della minima considerazione.