L’attuale episodio della faida fra palestinesi e ebrei si svolge in un contesto già attraversato da altri importanti conflitti concatenati fra loro, espressione dello scontro fra economie e blocchi di influenza.

La policrisi sta investendo l’Occidente filoamericano e finanziarista, che non appare più pienamente in grado di gestire le guerre rotolanti in un piano inclinato dove scivolano anche svalutazione, inflazione, costi energetici e tutto quello che sta causando il fallimento degli obbiettivi del liberalismo democratico.

Anzi sta raggiungendo i punti di arrivo opposti.

Gli avvenimenti sembrano aver sopravanzato i guidatori del convoglio, compresi gli antagonisti, e tutto appare svolgersi in un fuori controllo che spaventa i registi e gli attori principali della tragicommedia planetaria.

Sia perchè gli interessi in campo sono lievitati a dismisura e ognuno pare portatore di ambizioni, aspettative, rivendicazioni impreviste, sia perchè è salito alla ribalta un altro coprotagonista.

Non si era trovata una plausibile motivazione all’aggressione proditoria di Hamas, se non la pur valida, ma circoscritta motivazione di stoppare la definizione degli accordi dell’Arabia Saudita con Israele.

Troppo poco per scatenare un atto bellico- terroristico di quella fatta, sicuro portatore di una incontenibile reazione.

Certo è che armamenti, strategie, addestramento hanno ampiamente coinvolto l’Iran, circostanza che una volta approfondita, ha dato modo di ridefinire in modo appropriato il contorno dell’affresco.

L’Iran, sodale della Russia, strettamente legato al blocco orientale, guida sciita dell’Islam, ha visto l’opportunità di ridisegnare il suo ruolo. Da attore di seconda a protagonista, al pari di USA Russia e Cina.

L’iniziativa di sangue e morte mediorientale che ha visto Hamas ( seppur sunnita, dedito alla causa sciita)come esecutore, ma l’Iran come testa del serpente ha relegato nel semidimenticatoio il mattatoio sulle rive del Don.

Ha conferito all’Iran lo scettro di leader delle politiche islamiche,  lasciando indietro gli arabi petrolieri.

Ha ridotto i margini di azione al Qatar finanziatore e sostegno di Hamas.

Ha ridefinito il ruolo della Siria a mera sponsor di Hesbollah.

Iran sugli scudi della geopolitica  e che tenta con questa mossa di districarsi dai sommovimenti interni sempre maggiori e da una crisi economica che si abbatte su una popolazione sempre più riottosa e stanca di estremismi fuori tempo.

La questione non soltanto è uscita dal controllo finanziarista e occidentale, ma la ricerca di spazi di potere e di influenza dell’ Iran nel campo orientale riduce quelli della declinante Russia, che lungi dal voler chiudere la sua guerra, invita però a negoziare a Gaza.

Anche la Cina in piena espansione in Medioriente e in Africa e nel contempo in crisi economica e purghe politiche interne, desidera chiudere l’instabilità che avvantaggia solo l’Iran e non certo Xi Jinping che abbisogna di acque meno agitate per rafforzare i rapporti economici con l’Occidente.

Spicca la latitanza europea, conferma della inconsistenza politica dell’Ue.

Come non si può ignorare la recita del Cairo, dove la serie B e la serie C del pianeta hanno auspicato la vetusta soluzione dei “due popoli due stati”.

Come dire che la soluzione ai problemi e ai troppi costi della Sanità sarebbe che tutti fossero sani giovani e che non si ammalassero mai.

L’uscita inopportuna pro Palestina del segretario generale dell’Onu, dimostra ancor più che il caos è al diapason.

Il rischio di una crisi incontrollabile fa smuovere l’eterna pedina dell’emotività dell’opinione pubblica mondiale, come espediente di pace.

Messi da parte i bambini uccisi a oriente e in secondo piano la mattanza del 7 ottobre, si insiste a dismisura su altri tasti. La sorte degli ostaggi, le stragi dei palestinesi intrappolati con Hamas sottoterra e Israele sopra le teste.

Ma non sarà facile. Hanno esagerato. Gli ebrei ci sono già passati, e più che la vendetta è la paura ancestrale di ritornare all’antico, che li spingerà a non demordere. Hanno avuto paura e si sono rivisti com’erano. È probabile che nessuno riuscirà a fermarli.

È stato come giocare col fuoco. Se sfugge al controllo nessuno sarà in grado di dire i danni che potrà fare