Il debito del paese, le risorse per la ripartenza, il Mes, i recovery fund sono i temi sui quali si sbizzarriscono un po’ tutti. C’è’ chi non capisce, chi fa finta, chi dichiara a comando, chi urla senza costrutto. Nulla o quasi si ascolta di diverso dall’adesione più o meno vincolante alle tesi dell’UE o il no di forze che niente di alternativo propongono, tanto da apparire anch’esse rassegnate ad un ‘ineludibile sorte. Recentemente il presidente CONSOB, ha dichiarato ‘All’Italia non mancano solide fondamenta ma scarseggia la loro giusta considerazione.” …”il nostro Paese non rappresenta un problema finanziario per il resto dell’Europa e del mondo ma una risorsa di risparmio a cui l’estero attinge in diverse forme per la sua crescita “.

Circostanze oggettive, trascurate da tutti gli altri. In Italia ci sono risorse tali da considerare solida l’economia reale. Il risparmio nazionale viene utilizzato in gran parte per la crescita delle altre economie. Come a dire che non siamo, come si dice, alla canna del gas, e che anzi le nostre ricchezze vengono utilizzate da altri.

Il tema è complesso ma va compreso fino in fondo. Il prof Galli insegnava che al di là del gergo sacerdotale degli esperti c’è che la microeconomia della famiglia corre sugli stessi fondamentali della macroeconomia degli stati.

Una famiglia che chiameremo Italia ha un debito di 25.000 euro per spese comuni, mentre i suoi membri hanno risorse variamente allocate per 100.000 euro. Una famiglia cosi ‘potrebbe vivere tranquilla senza l’assillo dei creditori. Se invece i creditori premessero sul capofamiglia e avesse necessità di risorse per rimettere a posto le proprietà comuni, costui si rivolgerebbe ai singoli componenti e chiederebbe loro in prestito parte dei loro risparmi, magari determinando un tasso di interesse importante. Non andrebbe in banca, né da qualche usuraio, né dai vicini di casa. Costoro farebbero il prestito ma porrebbero, condizioni, vincoli, obblighi, garanzie, controlli e controllori e alla scadenza sarebbero inflessibili.

Uscendo dall’esempio, per tenere a bada il debito pubblico e trovare le risorse per il rilancio dell’Italia, non c’è bisogno di costosi e condizionanti aiuti esterni. Sarebbe sufficiente che il risparmio privato investisse per 800 miliardi circa nel debito pubblico, sostituendosi agli enti stranieri titolari di quel montante. Debito e credito resterebbero nei confini e usciremmo dalle minacce dello spread.

Per la ripartenza si dovrebbe emettere un prestito nazionale di 500 miliardi restituibile o rinnovabile a scadenza, acquisibile e commerciabile solo in Italia. Le condizioni sarebbero vantaggiose e si avrebbe un incremento di circolante e della produzione di beni e consumi, mentre ‘ l’estero per la sua crescita attingerebbe ‘ meno dal nostro risparmio. Resterebbe tutto in casa. Coi familiari ci si intende sempre, con le banche, gli usurai, i vicini di casa, no. Questo modo di proporre è un esempio di politica seria.

A fronte della proposta c’è ‘un silenzio tombale, interrotto da urla un po’ sconnesse, da sconsideratezze, ignoranze imbarazzanti, visioni gregarie e rassegnate.