Dio non paga il sabato. Le punizioni del Signore non sono a scadenza fissa, come un salario, ma arrivano quando vogliono. Le conseguenze di cattivi comportamenti non si manifestano a data prefissata ma arrivano quando arrivano. Per l’Italia con il covid recrudescente sono in pista le ripercussioni di due mancanze diverse: l’assenza di senso civico e una classe dirigente da paura. Come in una tempesta perfetta si sono intrecciate in questa ondata di ritorno epidemica e appesantiscono il paese. C’erano tre regole da seguire: tenere le distanze, lavarsi le mani, indossare le mascherine. Rispettarle era il minimo di senso civico. Sono state irrise, disattese, trascurate, fra movide, discoteche, trasporti pubblici stracolmi e vie dello shopping intasate. Hanno causato il disastro, l’indifferenza di giovani disabituati all’ordine mentale e di cittadini proclivi all’egoismo totale, il supporto di presunti guru e tutta quella pletora di sciocchi convinti che agli altri può capitare, ma a loro mai. Disastro contenuto se avesse fatto riscontro una classe dirigente non dico all’altezza, ma almeno decente. Che avesse realizzato qualcosa di quanto si sapeva necessario. Nessuno che abbia ovviato al deficit del trasporto pubblico, nonostante l’indifferibilità’, per essere la prima causa di contagio. Soltanto adesso in mezzo al caos c’è chi pensa ai bus turistici, agli ncc , ai taxi. Non ci si è approvvigionati di bombole per l’ossigeno, né’ dei ricoveri covid, di cui si riparla soltanto adesso, né si sono aumentate le postazioni di terapia intensiva, né i posti letto, né si è ricorsi a integrare il personale medico e paramedico. Non si è fatto nulla, neppure il tampone generalizzato, rimedio primo al contenimento del contagio. Si sono dedicate le energie a litigare gli uni con gli altri, offrendo uno spettacolo miserando e aumentando il senso di inaffidabilità’. Si è dato libero sfogo a tutti gli apprendisti stregoni in circolazione, al rimpallo di responsabilità gli uni con gli altri, come se il primo obbiettivo fosse salvarsi le terga e non il paese. Ci si è diffusi a promettere, regali, elemosine favori, peraltro quasi sempre insufficienti e disattesi. Si è insistito nell’effetto salvifico di fondi Ue che se arriveranno saranno tardivi e inutili, senza dar speranze e prospettive a chi è ormai con un piede nella fossa. Si è anche provveduto a coltivare l’immagine mediatica e le proprie posizioni, a favorire personaggi inidonei ma delle proprie correnti politiche senza curarsi delle sorti dei cittadini. Il mov5st non ha trovato miglior periodo che questi giorni per dedicarsi alla resa dei conti, come i peggiori partiti della prima repubblica. Né nella sinistra ci si è tirati indietro negli atti di guerra interna e con i vicini di casa. Le opposizioni si sono distinte nella pesca delle proposte a random, prive di credibilità organica. Gli appelli all’unità che provengono dall’alto sono sembrati formule di stile e a buoi scappati, utili semmai a creare vie d’uscita alla massima carica che in quanto tale ha massime responsabilità. Che si sia in clima di inaffidabilità incompetenza lo dimostra anche il fatto che si continua delegare responsabilità un solo personaggio i cui demeriti sono almeno pari alla messe di incarichi. Non viene il dubbio che ci sia qualcosa di sbagliato e di anomalo. Non sovviene che costui visti i trascorsi, possa essere l’uomo per sostenere la mission della post democrazia ormai in pieno svolgimento, sull’onda del covid. Nessun complotto. Soltanto business strategico. È il nuovo corso, bellezza.