Il 21/9/ 2021 i media specializzati annunciavano un prossimo rincaro energetico fra il 30 e il  40%.

Il 21/12/2021 gli stessi media  informavano che il rincaro energetico era del 400%.

L’aggravio annuale  per ogni famiglia sarà almeno pari a uno stipendio mensile medio( 1200/1500 euro)

Per le aziende si appalesano  somme esagerate, come trapela dalle prime  testimonianze e dal numero di attività  che hanno già alzato bandiera bianca.

Il governo non ha previsto alcun alleggerimento sostanziale sui totali di bolletta, ma un sostegno provvisorio di circa 3 miliardi e settecentomila euro da erogare secondo il metodo dei bonus provvisorio e non strutturale.

La narrazione della genesi dell’aumento dei costi energetici  conferma come la postdemocrazia viva di affabulazioni capaci di coprire gli scopi reali con motivazioni apparentemente ben articolate.

Se l’aumento dipendesse dalle cause narrate ( aumento repentino dei consumi soprattutto ), si dovrebbe dedurre che nessuno avrebbe  colto la ovvia previsione   che la ripresa produttiva post covid  avrebbe causato un maggior utilizzo di energia e quindi di gas e metano. E che nessuno avrebbe preso l’altrettanto ovvia decisione di stoccare quantità importanti in tempo di recessione  da utilizzare al momento opportuno.

La realtà  è un’altra.

La decisione era approfittare dell’effetto rimbalzo causato dalla compressione produttiva, una volta riprese le attività economiche.

Un po’ come quando si occlude un foro da cui sgorga liquido e improvvisamente si toglie l’occlusione.

Il grande lancio della green economy ha generato un effetto negativo sui titoli energetici, reali e ‘futures’.

La penuria di fonti di energia tradizionale sarebbe servita al loro rilancio.

In  corso d’opera si è capito che estremizzando il fenomeno si sarebbero aggiunti ben altri vantaggi.

Si è passati così dall’aumento del 30/40 % al 400%.

Gli obbiettivi della postdemocrazia finanziarista sono apparsi nella scena  come per magia.

Oltre al previsto rilancio dei titoli delle fonti d’energia tradizionale, le grandi compagnie hanno eliminato in un colpo solo dal mercato praticamente tutte le concorrenti minori. Prive  dei fondi e del credito necessario per far fronte al reperimento a quei prezzi siderali delle quantità necessarie al mantenimento della propria quota di mercato sono state spazzate vie in un lampo.

 La cancellazione di migliaia e migliaia di micro e piccole imprese distrutte dall’insostenibilita’ dei costi energetici è un altro obbiettivo.  Target consueto della postdemocrazia finanziarista specie in Italia e nelle altre economie mediterranee.

Infine  l’aumento  della spesa energetica e dei prezzi in bolletta, comporta una crescita significativa di circolazione di denaro, passiva per i cittadini ma attiva per i creditori.

In una parola  si realizza il risultato clou – beffardo quanto si vuole-ma reale.

 L’aumento significativo della quantità di denaro in campo, comporta l’aumento del PIL ( prodotto interno lordo )che  avanza di qualche punto percentuale. Ne consegue che sarà registrata una  crescita economica dei paesi, attesa l’unità di misura adoperata. Il PIL appunto.

In effetti circola più ricchezza e si registreranno utili stratosferici, anche se da parte di un numero infinitesimo di soggetti. Mentre la stragrande, anzi praticamente l’intera popolazione interessata, registrerà sí una crescita ma di povertà personale e di comunita’.

Questo però è un particolare di nessun interesse per i postdemocratici finanziaristi italiani e planetari e le loro idee  di progresso e di crescita.