Ho avuto modo di dibattere in tv con un professore universitario, schieratissimo con Draghi, Monti, Ue banche e finanza . Nientedichè, era l’archetipo del racconto mainstream.

Nei suoi interventi ha lodato  oltremodo Mario Draghi, la sua autorevolezza, la sua lungimiranza. Di più : esaltava i suoi poteri salvifici e miracolistici con l” whatever it takes’ e l’eloquio ‘ deciso sapiente misurato’.

Il pensiero e’ andato ai giornalisti Sky che attribuivano a Mario Monti il potere di far comparire il sole dalle nuvole del cielo di Roma e al nugolo di media e professori che ne lodavano unanimemente l’intervento e le doti.

Senza che nessuno avesse a che dire, per esempio, sullo scandalo etico, della nomina a senatore a vita il giorno prima dell’investitura governativa.

Poi il pensiero è andato oltre : agli ‘uomini della provvidenza’che trovano sempre  schiere di maestri del pensiero, professori, penne e volti famosi a far da coro unanime nel magnificare, favoleggiare di prodigi, salvo poi maramaldeggiare sull’idolo, caduto in disgrazia.

Un dominatore della scena culturale antifascista era stato autore di questi versi  ‘ Sorge il sole, canta il gallo, Mussolini sale a cavallo”.

Il fatto non scandalizzò nessuno.

Perchè cosí fan tutti, pronti a sacrificare ogni cosa, pur di pubblicare, comparire, vincere premi, assicurarsi cattedre.

Neppure un antifascista di sicuro conio come Norberto Bobbio sfuggí all’atto di servilismo nè futuri maestri di democrazia si dettero pensiero  nel giurare fedeltà al fascismo.

Da allora a adesso niente è cambiato.

Il sostegno  al pensiero mainstream, all’uomo della provvidenza rappresenta pressochè la totalità dello scenario.

Come è regola generale  l’isolamento e l’ostracismo a persone con la schiena diritta:fra i tanti, dai 13 professori che si rifiutarono di giurare, a Giuseppe Berto a Pietro Germi, a Giuseppe Prezzolini e agli emarginati in ogni dove, ignorati, sempre perdenti  a favore dei laudatores di ogni tempo.

Questo deficit strutturale della cultura nazionale è un’eredità congenita che ha contribuito a plasmare malamente il genius Italiae e a marcare i limiti di una democrazia mai sbocciata completamente.

Quanti primeggiano per  posizione intellettuale, hanno – praticamente sempre-trovato normale gestire a loro pro il rapporto con il potente di turno a scapito di coscienza di comunita’, dignità, crescita, esercizio di leadership, ma a vantaggio delle proprie posizioni personali .

Vittorio Fossombroni, mio concittadino, idraulico eccelso e uomo politico fu segretario di stato del Granducato asburgo- lorenese,  poi conte dell’impero napoleonico e poi di nuovo dopo il congresso di Vienna nella cerchia granducale, senza che ciò creasse imbarazzo ad alcuno, tantomeno a lui.

Nè ne ha risentito la sua biografia storiografica che accredita tale comportamento ai suoi meriti, tanto eccelsi da renderlo indispensabile a chiunque governasse la Toscana.

Si può scrivere la storia anche cosí, assecondando questo vizio antico che non ha permesso  che in questo paese, onestà, dignita’, rispetto per le opinioni altrui, senso civico e di comunita’, fossero qualità culturalmente acquisite e civilmente praticate.

Allora ecco sugli scudi gli uomini della Provvidenza, ultimo Mario Draghi, “il vile affarista ” di Cossiga trasformato in Mandato dal Cielo capace di miracoli e in attesa di prossima beatificazione, sostenuto anche da un ceto intellettuale ricettacolo dei peggiori difetti del nostro popolo e forse per questo sempre gratificato e sulla cresta dell’onda .