Sono scomparsi dalle prime pagine, guerra e covid.

Oggi il mirino è puntato sulle elezioni.  Meglio, sullo scontro elettorale destra/sinistra

Si tratta di un obbiettivo non veritiero e strumentale.

Il reale  fine perseguito è la prosecuzione dopo le elezioni del processo postdemocratico di affermazione del governo della finanza e dell’alto  funzionariato e con la conseguente ulteriore gregarizzazione di politica e istituzioni.

La sintesi sommaria della mappa dei personaggi in campo e degli interessi reali che rappresentano contribuisce a chiarire l’asserzione.

Mario Draghi( Gruppo dei 30, (vertice finanza mondiale)), Enrico Letta, Monica Maggioni( tg1)Maurizio Molinari( Repubblica)( Trilateral Commission) ;Giulio Tremonti ( Aspen institute ) Giorgia Meloni ( Aspen Institute, Ecr( conservatori europei n. d. r. ), International Republican Istitute. USA ).

Vanno aggiunti i personaggi del potere politico funzionariale

( Sergio Mattarella, Gianni Letta, Giancarlo Giorgetti, Ugo Zampetti).

Questa sintetica e incompleta rappresentazione mostra agilmente le reali forze in campo .

Non rappresentano certo uno schema destra ‘contro’ sinistra. Semmai destra ‘con ‘sinistra.

Sono l’organizzazione pratica della armata postdemocratica.

Sia chiaro : non è che nel paese destra e sinistra non esistono più.

Ci sono e nonostante che il tempo, gli eventi, la storia abbiano stondato molte cuspidi, differenze se ne vedono ancora .

Soltanto che il perpetuo match fra Cesare e Spartaco non è  più al centro delle progettualitá del ‘ mondo di sopra’.

Oggi i protagonisti sono le forze postdemocratiche, con annesso pensiero dominante e informazione, che non presentano per ora avversari di una qualche consistenza nel fronte opposto .

Chi avesse intenzione di fermare il processo postdemocratico dovrebbe essere contrario ai must che anche Mario Draghi sostiene .

Dovrebbe cioè proporre un progetto alternativo concreto e realizzabile che avesse  al centro la difesa dei cittadini, della comunità, della sua economia, dei suoi valori, della sua sovranità istituzionale e normativa .

Base comune sulla quale poi eventualmente dispiegare le differenze culturali tradizionali.

Così non è . Nominano quasi tutti  un’Agenda Draghi, indefinita forse nei contenuti ma chiara nello spirito .  

A destra c’e’ chi ha sostenuto il governo Mattarella -Draghi, ha votato l’invotabile e ancora oggi si dice ‘ draghiano’.

La stessa cosa a sinistra e al centro

Chi ha fatto opposizione nominale si dichiara favorevole al cuore della politica postdemocratica:realizzazione PNRR, atlantismo spinto, sostegno massimo alla Nato, tifo assoluto per l’Ucraina e demonizzazione della Russia. Nessun accenno a riforme bancarie, fiscali su energia e carburanti. Niente di niente.

Per indurre i cittadini a tornare al voto e celare gli intendimenti si drammatizza lo pseudo-scontro e si ricorre con uno strepito straordinario  a mettere in pessima luce la destra ‘postfascista’o la sinistra ‘madre di tutti i mali’.

Si tace che le coalizioni non sono tali, ma accrocchi obbligati dalla legge elettorale, destinati a liquefarsi la mattina del giorno dopo.

Nessuno che faccia intravedere questa verità alimentando invece un clima da rodeo adatto a cercare spettatori-votanti.

Il finale è nelle cose, dopo i fuochi d’artificio e le sbicchierate della vittoria.

Il ‘ voto in più ‘ conterà ben poco di fronte alla strada che ogni partito forte dei propri seggi , cercherà di imboccare in modo più o meno palese.

Un governo di ‘salvezza nazionale’ coi tecnici ‘giusti’, le poltrone ben spartite e la postdemocrazia trionfante.

Mattarella detterà la linea come da istruzioni ricevute e tutti o quasi fingendo rammarico accetteranno, mentre Draghi sorveglierà perché il misfatto sia compiuto secondo programma .