Ricordate la scena di quel B movie americano degli anni ‘80, in cui uno scimpanzé si improvvisa pilota di un Boeing in volo? Ecco, il terrore dei passeggeri di un aereo con alla cloche un primate, ben rappresenta lo stato d’animo con cui gli italiani hanno affrontato quest’ultimo anno, vissuto pericolosamente, affidati “mani e piedi” al buon senso di pochi, di fronte all’insipienza dei più.

Bisogna tornare al 4 marzo 2018, quando gli italiani, votando ispirati dal “tanto peggio tanto meglio”, cacciano i Professori e più in generale i cosiddetti “competenti” (che i loro danni li avevano pur fatti), spalancando la porta a demagoghi e populisti e passando, metaforicamente, dalla padella direttamente al fuoco degli Inferi. Con lo scoppio della pandemia infatti, quel voto “di pancia” – dato per punire gli uni piuttosto che per scegliere gli altri – si rivela un vero e proprio boomerang: il Conte bis verrà ricordato come il peggior Governo mai avuto, trovatosi ad affrontare la peggior crisi dell’era repubblicana. Il mix letale di dilettantismo, incompetenza e carenza di leadership, ci ha assicurato numerosi record negativi (primo fra tutti il numero di morti). E peggiore risulterà la conta quando, a bocce ferme, saremo in grado di valutare compiutamente i disastri psico-socio-economici occorsi.

La presa di coscienza di essere finiti in un cul de sac, arresi di fronte alla inaffrontabilità degli odierni eventi con gli attuali protagonisti della scena politica, ha ormai rotto gli italiani ad ogni soluzione. Perfino a quelle che, non più di un anno fa, avrebbero fatto inorridire i più: valutate impercorribili ed anzi evocate come spettri. Come l’uomo nero per i bimbi indisciplinati, “Arriva la Troika” è stata la minaccia politico/mediatica più ricorrente negli scorsi anni, quando di fronte al baratro dei nostri conti pubblici, si doveva far digerire al popolo l’ennesima misura draconiana.

Oggi invece, in modo quasi taumaturgico, la pandemia ha trasformato l’uomo nero in principe azzurro. “Ma quando arriva la Troika?!” è invocazione sempre più frequente sui social network, da parte degli Arresi, oramai disposti a tutto. Anche ad abbracciare la rigida efficienza teutonica – da sempre antitetica al nostro “way of life” –improvvisamente divenuta un modello a cui aspirare. “Avessimo noi la Merkel!” esce quasi inconsapevolmente dalle bocche degli Arresi, esasperati da inefficienze, ritardi e sperperi che ci stanno condannando. “Arrivi pure Draghi!” è l’esortazione degli Arresi, di fronte ad una maggioranza che minaccia la crisi di Governo per la spartizione dei soldi europei e di qualche poltrona ministeriale, anziché per un miglior funzionamento del piano vaccinale.

Mentre i medici esortano gli Arresi a vaccinarsi ed a farlo in fretta, perché “ne usciremo solo così”, i primati alla guida del “Paese più pazzo del Mondo” stanno da giorni paralizzando l’attività politica italiana, in nome di un rimpastino o, al massimo, di Conte ter .”Arrivi pure Draghi!” gridano gli Arresi quando allargano lo sguardo all’intero orizzonte politico, con i sedicenti leader dell’opposizione che, per primi, spalancano le porte all’arrivo del grande banchiere, coscienti che si rivelerebbe tutta la propria insipienza politica, se alla prova di governo venissero chiamati loro. “Arrivi pure Draghi!” allora: non perché gli Arresi lo ritengano un “novello De Gasperi”, piuttosto perché percepito come uno sciamano a cui si rivolge un malato senza speranza, in cerca dell’ultima illusione, prima dell’inevitabile fine.