Stamattina, a metà della consueta lettura della rassegna stampa, sono sprofondato sulla sedia “come corpo morto cade”, direbbe il Poeta. Non riesco a capacitarmi come il popolo italiano, che in più occasioni ha pagato col proprio sangue il prezzo altissimo della libertà, possa essersi ridotto alla totale inerzia difronte al dispotismo di un Governo. Diceva M. McLuhan: “Solo i piccoli segreti vanno protetti. Per quelli grandi sarà sempre sufficiente l’incredulità della gente.” Ed è una grandissima verità! I dittatori novecenteschi sprangarono i parlamenti e chiusero le persone in casa incutendo il terrore grazie a una intrusione, pressoché totale, nelle loro vite private. Né più né meno di quanto stia facendo l’esecutivo in carica che anziché usare l’olio di ricino sta smembrando, a colpi di dpcm, lo stato di diritto, le libertà fondamentali, la democrazia parlamentare. Si sono sostituite le Camere con le “task forces”, il dibattito parlamentare con i discorsi a reti unificate del Presidente del Consiglio, i provvedimenti amministrativi con qualche tweet. Si è creato ad arte un pachiderma onnipervasivo, schiavo dell’UE e del suo finanziarismo di cui il MES e il Recovery Fund sono gli ultimi frutti venefici. L’Avvocato del popolo italiano e il Movimento che avrebbe dovuto portare il popolo nelle istituzioni hanno messo le teste dei cittadini nel cappio, affidando il nodo scorsoio nelle mani delle banche e degli euroburocrati. Il tutto nel silenzio assordante dei media e di quei girotondi che per le leggi di Berlusconi invadevano le piazze e occupavano manu militari giornali e televisioni. La pandemia è stato humus fertile per il depotenziamento dello stato liberale e l’accentramento nelle mani di una manica di scappati di casa (complici funzionari e capigabinetto) di poteri che nessun Governo ha mai avuto nella storia repubblicana. Ci hanno tolto le libertà fondamentali, chiuso in casa, limitato le nostre vite, svenduti al miglior offerente sul piatto dei mercati internazionali. Hanno portato a termine un processo iniziato negli anni che prevedeva l’azzeramento del risparmio, la cancellazione delle libere professioni e del ceto medio facendoci tutti più poveri, nel presupposto che fossimo tutti ladri ed evasori. Un giustizialismo cieco ci ha posto tutti sul banco degli imputati come presunti colpevoli, uno dei cui derivati è quella legge Severino (contraria ad ogni più basilare principio giuridico) tramite la quale, con una condanna in primo grado, si decade da una carica pubblica anche se frutto dell’investitura di milioni di voti. Anziché curare il vero cancro del paese, il potere illimitato delle alte burocrazie e dei grand commis di Stato, si è attaccato il Parlamento ritenendolo orpello inessenziale della vita pubblica e un costo accessorio di cui poter fare a meno. Alla fine di questo annus horribilis arriva pure il “cashback”, l’ennesimo tentativo di controllarci e indirizzare le nostre vite. Meccanismo che, secondo i dati, è più scaricato della app Immuni per il monitoraggio del Covid. Se il popolo italiano, che si è fatto valere come pochi altri nella storia, è disposto a vendersi per una paghetta da 150€, in cambio della propria intimità e dei propri diritti, non resta che dirla come gli antichi romani: “Vulgus vult decipi, ergo decipiatur.”