Cose grosse nel mondo: guerre, infiniti focolai, Putin riappare.

Cose grosse da noi: Atreju, (il bimbetto Pelleverde depositario di ogni virtù nel fantasy programmatico dei Meloni boys) sfonda gli spazi e propaga la sua influenza ovunque.

Oltre alla sensazione di un ass licking in pieno svolgimento, è ben rappresentato il senso di vuoto pneumatico che si avverte nella politica nostrana.

Lo scenario è da reality, affollato da gente da show e soprattutto da bellimbusti seduti su poltrone inaspettate che esercitano il potere spesso con sbrindellata arroganza.

Nello stage si stagliano anche i personaggi oppositivi, purtroppo di omologa fattura e imperizia.

L’opposizione è un copione pieno di sciocchezze che si fanno slogan:’ il condono toglie soldi’, ‘ci sono 900. 000 famiglie senza reddito’.

Scordano che il ‘ condono’ è la tipica misura ‘acchiappasoldi’ e che una cosa è avere il sufficiente per vivere e un’altra essere titolari del reddito di cittadinanza.

I fratelli e sorelle di Atreju non sono da meno.

Si confonde un governo in carica con uno non più operante e un provvedimento esecutivo per delega parlamentare in documento truffaldino steso ‘col favore delle tenebre’.

Non che la puttanata compiuta dal duo Conte – Di Maio sul MES sia in questo modo di minore entità. Soltanto che non c’era nulla di apocalittico.

Peggio poi con l’economia, materia in balía di qualche stregone Draghiservente, di falsi diventati vangelo, che portano a patti europei semplicemente disastrosi.

Giusti forse per una platea che per lo più pensa che ‘economia’sia l’equivalente di ‘prendere e non rendere’ e che il PNRR sia un regalo grazioso ( in questo in buona compagnia coi dirimpettai) e non un prestito rovinoso e semiforzoso da restituire all’80%, ma a tassi decisi ad minchiam dalla Bce, emittente, decisore, prestatore vincolante, controllore, creditore.

Un vero nodo scorsoio, con una imbarazzante premier che si vanta delle rate di prestito conseguite e delle 52 condizioni ‘soddisfatte’, imposte dai prestatori. Ci si vanta impunemente di aver obbedito agli ordini per ottenere ciò che si malediceva ossessivamente prima di aver fatto ‘tana’ e subitaneamente cambiato postura.

Il peggio è che con empito suggestivo ma degno di miglior causa si grida che l’economia cresce e che la colpa di qualche stallo è del superbonus che è costato 130 miliardi. Falso.

L’economia e la ricchezza diffusa degli italiani diminuisce a bocca di barile. Per il superbonus è successo che mentre il debito era correttamente distribuito negli anni al pari della sua restituzione, l’UE ( la ‘magica Europa’)ha imposto di contabilizzarlo in un solo esercizio. Mascalzonate contabili che creano debiti contabili enormi e consentono speculazioni fruttuose.

Questo panorama ci regala anche i protagonisti adatti, debitamente contrapposti ( sono una donna/amo una donna, sono una mamma/ non sono una mamma, e via cosí).

La sintesi più significativa della recita fasulla sta nella scelta dei valori sbandierati per l’occasione da Giorgia e Elly ‘nd their comrades.

La prima ricorre all’ORGOGLIO NAZIONALE, ampiamente lasciato per strada nelle scelte che hanno cacciato il paese in una posizione servente interessi di altre nazioni e della finanza penalizzando i valori essenziali dell’orgoglio di comunità, come anche tragicamente dimostrato nella vicenda del nuovo Patto di stabilità.

Elly ricorre all’ANTIFASCISMO che valorizza con la mancata presenza alla kermesse vistosamente frequentata negli anni da veri e collaudati antifascisti come Berlinguer Bertinotti Violante Veltroni Livia Turco Cofferati e perfino Mario Capanna. E da compagni non irrilevanti anche a questa tornata.

Elly non riconosce neppure il ridicolo del richiamo fuori tempo a un concetto, patrimonio generale della repubblica, accettato e riconosciuto ( non escludo obtorto collo da qualche imbecille irriducibile )e che è valore universale e irrevocabile della repubblica.

D’altronde questa è l’ennesima riprova del nulla che ci avvolge e che nella realtà Elly vale Giorgia e gli altri, tutti membri dello stesso raggruppamento, separati in correnti ma che colpiscono uniti la comunità e i suoi valori. Danza gregaria disertata dal 40% di elettori. Ancora troppo pochi.