La visita di Sergio Mattarella a Parigi è passata quasi inosservata nonostante le sue conseguenze .

Costui si è recato in Francia fra i consensi dei grandi media a compiere più che una  visita di Stato, operazioni di politica estera.

Esulta Corsera ‘..il suo successo è un successo dell’Italia e è un fatto che solo grazie a lui si è definitivamente risolta una dura crisi diplomatica fra i due paesi. Alla faccia di chi sostiene che i capi dello stato non dovrebbero mai occuparsi di politica estera”.

Non da Corsera il linguaggio offensivo della Costituzione  (” alla faccia di chi ..”). Perchè a tener lontano il presidente della repubblica dalla politica estera non sono le ubbìe di qualche scalcagnato ma il dettato dell’art 87 della Costituzione che è tassativo in proposito. Mai si può  sostituire al Governo, al Ministro da lui stesso nominato.

Non sono sottigliezze, è la polpa della democrazia e dei suoi meccanismi. Polpa resa fatiscente e meccanismi saltati grazie all’opera della classe dirigente postdemocratica e totalitaria e dei media a pensiero unico.

Questa la forma – sostanza della sconfitta gabellata per successo .

Poi c’è la sostanza-sostanza.

Mattarella ha scelto di ricucire lo strappo dopo che Di Maio aveva visitato i gilet gialli da vicepremier e Salvini da ministro, aveva dichiarato di non prendere in tema di migranti ordini dall’Eliseo.

Nel contempo Mattarella ha ribadito la sintonia della politica estera italiana e quella francese, riassumibile in “più’ Unione( europea)”

Tutti compiti governativi non presidenziali, tutti peraltro non soltanto non condivisibili, ma macigni sugli interessi e l’onorabilità della nazione.

Se i francesi si erano offesi alle parole di Salvini e alla visita di Di Maio, perche’ mai l’Italia non avrebbe dovuto offendersi per i numerosi attentati  ai suoi interessi e alla sua onorabilità? La Francia dopo averci affossato in Libia è ancora libera di insidiare i nostri residui interessi. Si è dimostrata insensibile a problemi nazionali sui migranti, gelosa delle sue prerogative industriali e finanziarie che ostacolano le tante iniziative nazionali , aggressiva nella penetrazione industriale, finanziaria e bancaria nel nostro paese, rigida nel difendere le proprie frontiere con difficoltá enormi per l’Italia. È colpevole di aver ospitato assassini ricercati in Italia, concedendo loro asilo, cattedre ,onori ,carriere. Scuse non se ne son viste.

Caldeggiare poi e promuovere in accordo con le politiche francesi  un’Italia che lavora per ” più Unione Europea” significa senza bisogno di molte spiegazioni lavorare per ” meno Italia” e in piena intesa franco germanica, dove la Francia non ha fatto voto di vocazione mediterranea ,favorendo una sovranità mitteleuropea ,disastrosa per il nostro interesse nazionale.

Significa aggregarsi a una nazione che svolge ancora e senza pudore politiche di dominio coloniale con potere pieno anche monetario su buona parte dell’Africa centro occidentale, senza che l’Unione abbia alzato un dito per far cessare lo scandalo.

Mattarella ha siglato la sottoposizione dell’Italia alla Francia, la rinuncia alla tutela del nostro interesse nazionale, la non condivisa adesione a ” piu’ Unione Europea ” ben diverso dall’auspicio universalmente concepito ” Più Europa”.

A un Mattarella lungamente applaudito alla Sorbona di Parigi oppongo idealmente Alcide De Gasperi , che nel gelo totale degli astanti il 10 agosto 1946 ,parlò anch’egli a Parigi alla Conferenza della pace per difendere i diritti ,le aspirazioni le speranze dell’Italia, con una dignità e una fermezza, di cui oggi non si trova traccia.

Oggi l’incipit di quel discorso diventa irrevocabile giudizio per l’odierno protagonista, e grido di rivolta in nome della dignità e del coraggio “Prendo la parola in questo consesso mondiale e sento che tutto, tranne la vostra personale cortesia, è contro di me .” E parlò per l’onore e gli interessi d’Italia. Non ci furono applausi.