Lo show che oggi occupa la scena si potrebbe titolare la Ballata della Finanziaria.    

Il fatto che la materia sia ostica  rende meno semplice spiegare il copione.    

Può facilitare l’approccio la sintesi sinottica di alcune osservazioni.    

La cd Finanziaria è una legge emanata su proposta del governo per regolare la politica economica del paese per un triennio.    
Il ritmo dei cicli e degli eventi si è accelerato a tal punto che regolare la politica economica anche per un solo anno è pura velleità.     

Figuriamoci per tre.    

Un simile provvedimento è sostanzialmente inutile per l’economia reale.    

Utilissimo alla finanza speculativa poichè crea una base virtuale di riferimento per gli investimenti soprattutto sui titoli previsionali detti futures.    

Indispensabile al funzionariato che in pratica la redige e la sdogana ( cd “bollinatura”) per rendere sempre più esclusivo e intoccabile il proprio potere, dando valore a formule cervellotiche quanto iniziatiche.    

La Finanziaria dovrebbe incidere su un fatturato di circa 700 miliardi di euro e un giro di risorse di circa 1500.  Questi i numeri dell’Italia.  I movimenti previsti sono di 21 miliardi.     
Basterebbero questi numeri per confermare l’insignificanza del provvedimento.    

È una legge previsionale, cioè si costruisce non su dati reali nè tantomeno sperimentali, ma su dati futuri, labili, teorici che spesso, se non sempre, contraddicono i dati concreti verificati a posteriori.    
È spesso distorsiva e ingannevole anche rispetto agli auspicati risultati.    

Si sarà visto come per gli spostamenti indicati dal governo si cerchino le cd ‘ coperture’.     Cioè se si prevede una spesa, a fronte va prevista un’entrata di eguale entità.     Ma mentre la spesa sarà ( presumibilmente)reale, la copertura è teorica e quasi sempre a effetto opposto.     

Se si vorrà, per esempio, trovare la copertura alla spesa con l’aumento dell’Iva o delle accise, in realtà si faranno diminuire i consumi e dunque il gettito, che si sarebbe voluto maggiorato.  Oltre a creare effetti inflattivi e deflattivi.    

Il provvedimento si articola all’interno di un terreno circondato da filo spinato elettrificato.    
I vincoli dell’Ue sulle attività dei governi sono sempre più asfissianti. Dopo l’improvvida accettazione della trappola Pnrr è scattato il fermo.  Da pochissimi denunciato fin dall’origine.     

Cosí l’esperto economico del Corriere della Sera “Più di quanto abbiano capito a Roma, il PNRR è di fatto il PROGRAMMA BLINDATO della prossima legislatura in Italia”.  Chiunque avesse vinto le elezioni sarebbe stato alla catena.      

In un momento di sincerità un editorialista dello stesso quotidiano ammetteva “In Europa i vincoli internazionali della finanza e dei mercati, le decisioni che vengono prese a Bruxelles o a Francoforte, restringono i margini di azione della politica nazionale e costringono i partiti a occuparsi di altro.    “

Ulteriore comprova dell’inutilità del provvedimento, frutto comunque di volontà e poteri esterni.    

Tutto questo ambaradan con lo scopo  di rimanere all’interno degli intoccabili parametri dell’Ue: il rapporto debito/pil e il famoso 3%.    
Guy Abeille, l’inventore del 3% dichiarò “Il parametro fu deciso in meno di un’ora, senza basi teoriche.    Il paletto fu scelto senza nessna base scientifica. Avevamo bisogno di qualcosa di facile. . .  3%, un buon numero, un numero storico che fa pensare alla trinità”

Non è uno scherzo è la realtà che -come accade sempre di più – supera la fantasia.    

Circa poi il rapporto debito/Pil il parametro è ancora più risibile.    

L’Italia ha un rapporto del 143 % circa.  Sembrerebbe una caporetto.    

Poi si scopre che i paesi più ricchi e con le economie più floride, sono ben oltre.    

Primo Giappone 235%.    

Seguendo quest’indice le economie migliori sono: Bangladesh e Pakistan 28%, Ruanda 48%, Tunisia 67%.    Tanto basti.    

Facile concludere che la Finanziaria è un rito postdemocratico racchiuso da vincoli irrazionali all’interno di una cornice ferrea, bislacca e contorta.    

Rito insignificante nello spessore, velleitario, inutile nei contenuti, dannoso per l’economia reale ma utile alla finanza e al funzionariato.    

Soprattutto un’espressione e un esempio chiaro e leggibile della postdemocrazia e di quanto si è stati in grado di sovrastrutturare per favorire la speculazione e il potere dei funzionari.    

Pochi lo denunciano, meno di pochi si ribellano. Vorrà dire che va bene cosí.