“La dittatura perfetta avrà sembianza di democrazia. Una Prigione senza muri nella quale i prigionieri non sogneranno di fuggire. Un sistema di schiavitù dove, grazie al consumo e al divertimento, gli schiavi ameranno la loro schiavitù”.
Questo fu scritto da Aldous Huxley, scrittore -saggista certo non virale, di intelligenza sopraffina ,estraneo ai culti pop, ma amatissimo dai suoi cantori e cantautori, che se ne cibarono senza confessarlo mai appieno.
Prolifico di scritti negli anni 30 del secolo scorso non cessò di produrre fino alla sua scomparsa nei primissimi anni 60 .
La frase è stata ricordata da un’amica sensibile e intelligente  che l’ha gettata là in fb, sicura- immagino-del pronosticabile disinteresse generale.
Aggiungo un’altra intuizione di Huxley “Ci sarà …in una prossima generazione un metodo farmacologico per far amare alle persone la loro condizione di servi e quindi produrre dittature ,come dire, senza lacrime.Una specie di lager indolore  per intere nazioni in cui le persone saranno private di fatto della loro libertà ma ne saranno piuttosto felici. “
L’ironia sapiente  dell’uso del sostantivo ‘ farmacologico ‘ è evidente  e non va equivocata.
Huxley conoscitore della societa’ cocchiera dei valori occidentali postbellici di qua e di là dell’Oceano Atlantico, aveva individuato- non compreso- l’avvento della postdemocrazia ,la fine della libertá sostanziale, la soddisfazione ( o comunque l’accettazione non dolorosa ) della condizione da parte dei cittadini.
Non sono Huxley,neanche mi avvicino al suo sapere, e 7/80 anni dopo di lui cerco di spiegare con i mezzi che ho ,prove alla mano quanto sia vero quello che lui per un verso e Orwell per un altro ( anche se la dinamica orwelliana e’meno soft e rivolta a società già in essere ) aveva descritto e previsto.
Non so chi si impegnerà a ritrovare la libertà e a risvegliarsi dal sonno delle ‘ gabbie dorate’ (definizione anche questa di Auxley).
Non so se si avvierà questo processo in uno slancio positivo e responsabile del pensiero occidentale.
Senza affidarsi ai taumaturghi, ai risolutori, agli uomini della provvidenza ,ai ciarlatani di giornata ,a chi promette ordine e difesa dei diritti e poi collabora con gli oppressori o finge di esser loro contro,per favorire gli asset totalitari della postdemocrazia.
Nè bisogna cedere il testimone ne’ a chi promette ‘ ordine’ ne’a chi esalta l’eguaglianza che rimangono i primi alleati della postdemocrazia .“
Dice Auxley “La volontà d’ordine può trasformare in tiranno chi prometteva di spazzar via la confusione. La bellezza dell’ordine è utile per giustificare il dispotismo’.
E ancora “L’affermazione che tutti gli uomini sono eguali non potrebbe ,in tempi normali, mai essere accettata da nessun essere umano sano di mente”
Bisogna confidare in noi stessi ,nelle nostre piccole azioni che insieme alle altre ci potrebbero offrire una soluzione.
Anche qui soccorre il protagonista di queste righe.”Bisogna pur prendere dei rischi se si vuol cambiare il mondo”dice con ironia Auxley ,ma poi precisa  che l’unico cambiamento possibile è in noi stessi.
È sufficiente un po’ di coscienza ,un po’ di di dignita’.
Il coraggio non serve.