Capita sovente che, svegliandosi nella notte, ci si trovi immersi nel mondo reale mentre stavamo sognando epoche andate, con la veridicità che spesso hanno i sogni nel loro punto più profondo. Ma se questo riguarda il rapporto con sé stessi, ci sono sensazioni simili nel rapporto con gli altri. Mi riferisco alle volte in cui una persona si sente fuori luogo, ma non perché in imbarazzo con il resto della compagnia che frequenta. Mi riferisco proprio a una difficoltà ad “andare d’accordo col mondo”. Un mondo che sembra procedere “in direzione ostinata e contraria” parafrasando De André. Cornice utile per il mondo politico di oggi, per persone che si trovano come pesci furo d’acqua per la scomparsa dei comportamenti conseguenti alle idee, alla cultura e financo alle illusioni che li avevano condotti a occuparsi degli altri.

Il “Secolo breve” pur nelle sue contraddizioni e i suoi baratri oscuri, richiedeva requisiti minimi per chi volesse amministrare la cosa pubblica: senso del dovere, di responsabilità, appartenenza politica, conoscenza dei meccanismi della macchina pubblica. Contesto che presupponeva cultura di base, preparazione e spirito di servizio Il cursus honorum si scalava dal basso: si iniziava frequentando la sede del partito e le riunioni. Si diventava consiglieri comunali se lo si era stati di circoscrizione e poi assessori, sindaci, consiglieri provinciali, regionali e (se la bravura supportava l’ambizione) parlamentari e chissà ministri e sottosegretari.

La classe dirigente della c.d. “Prima Repubblica” non era certo illibata e profumata come acqua di rose, anzi coniò frasi terrificanti per descrivere il panorama (“la politica è sangue e merda”) e non si fa rimpiangere. Ma se si dà uno sguardo all’attuale scenario politico, l’impreparazione, lo squallore, l’approssimazione, i linguaggi, la rinuncia al politico abborda, il vuoto di base storica e culturale fa sì che basti chiudere gli occhi, pescare a caso uno di allora per trovarlo sicuramente migliore. Per chi si è sincronizzato sul nuovo corso politico, non solo non serve sapere parlare, ma nemmeno sapere quel che si dice.

L’occupazione del posto ad alta prebenda è l’obiettivo e la ricerca dei percorsi. Il cursus honorum viene saltato a piè pari o percorso a ritroso e si diventa deputati e ministri per chiamata divina o perché in nome della famosa grappa tanto cara a Mike Bongiorno si viene depositati sulle vette del Cervino. Chi continua a frequentare politica e istituzioni per amore della Politica (intesa come cura della pòlis) e vi si dedica con dedizione, e la pazienza dell’apprendere le cose sul campo, vive giorni difficili. Come chi mette in conto che può esserci uno più bravo che magari ci imponga di tornarcene a casa non sconsolati, ma forti della consapevolezza di avercela messa tutta, onestamente. “Non come chi vince sempre ma come chi non molla mai” (Frida Khalo) possiamo dire di aver reso un servizio alla comunità. Perché i burattini senza fili e i pifferai magici passano. Agli altri toccherà mettere mano alla qualità nella selezione dei rappresentanti dei cittadini consolidando la libertà più che sull’uno vale uno, su più di uno valgono più di altri.