Con una miope scelta, il Parlamento europeo ha deciso di scaraventare la principale industria europea –quella automobilistica- dalla finestra.

L’ulteriore beffa finale, sarà che le aziende europee (a cui resta pur sempre il 90% del pianeta a cui vendere) si sposteranno in Usa per produrre sia endotermico che elettrico. 

La prossima tappa, tanto per anticipare il fatal colpo di grazia, sarà l’Euro7: i nuovi stringentissimi livelli di emissioni ai pochi motori endotermici che le industrie potrebbero vendere da qui al 2035.
In realtà, se tutti i proprietari di auto italiani avessero oggi un veicolo euro 6 avremmo abbattuto di oltre il 40% le emissioni del trasporto privato.

A Bruxelles hanno dimenticato che l’Automotive rappresenta un colosso (il maggiore) industriale, che da solo genera il gettito fiscale che serve per sostenere i sistemi di welfare europei in crescente affanno con una popolazione che invecchia.

In un documento pubblicato da ISPI istituto studi politica internazionale leggo: “Se i sindaci delle grandi città avessero una bacchetta magica e, a mezzanotte trasformassero tutti i veicoli a combustione interna in auto elettriche, migliorerebbero la qualità dell’aria ma, non i tempi dei trasferimenti e i nuovi veicoli elettrici costringerebbero a muoversi più lentamente delle carrozze a cavalli di fine ottocento”.

E poi ancora: “Il gas naturale non deve essere bandito. Questo combustibile, per quanto fossile permette, se usato al posto del carbone, di dimezzare le emissioni. Il gas è abbondante e versatile, può essere usato per generare elettricità, per riscaldamento e nei trasporti. Inoltre una centrale di generazione di elettricità a gas può essere avviata o spenta in tempi rapidissimi facendone un ideale complemento di rinnovabili variabili some il solare e l’eolico. Il gas deve quindi restare un elemento della transizione energetica. In questa ottica, le proposte di interdire la ricerca e la produzione di gas sul territorio nazionale sono assurde e controproducenti, servirebbero solo a rimpiazzare il gas nazionale con gas di importazione da paesi terzi aumentando la nostra bolletta energetica”.

“Infine la transizione energetica non sarà un “free lunch”. Ci saranno costi ma tali costi non devono ricadere sulle fasce più deboli della popolazione sia perché la transizione deve essere equa, sia per evitare possibili fenomeni di protesta. Ricordiamo che nel 2018, la proposta francese di aumentare il prezzo della benzina di 10 centesimi al litro scatenò la rivolta dei gilet gialli”.

Insomma nel 2024 le elezioni europee saranno dibattute più sui temi che sulle ideologie. Attenti a lupo…