Di fronte a un fatto gravissimo come il passaggio nel nostro territorio nazionale di un jihadista tunisino che poi ha compiuto la strage islamica di Nizza, il governo avrebbe il dovere di assumersi l’evidente responsabilità delle macroscopiche falle nei controlli che mettono a rischio terrorismo tutto il Continente. In queste ore stiamo invece assistendo da parte della maggioranza a una difesa senza se e senza ma della ministra Lamorgese, la quale non ha trovato di meglio che addossare le colpe al suo predecessore affermando che i decreti sicurezza di Salvini hanno causato solo insicurezza. Ma chi ha il compito istituzionale di tutelare la sicurezza del Paese dovrebbe attenersi a canoni più consoni al ruolo, senza scadere nella propaganda autoassolutoria. Anche perché, di fronte alle preoccupate denunce del centrodestra, per mesi il Viminale ha assicurato che tra le migliaia di migranti arrivati sui barchini non c’era alcun rischio di infiltrazioni terroristiche. Per il governo, i martiri di Allah e i foreign fighters di ritorno dai lugubri fasti di Daesh viaggiano evidentemente solo in business class.
Un approccio dettato dall’ideologia dell’accoglienza indiscriminata, incompatibile sia con l’emergenza sanitaria che col nuovo, micidiale attacco che il fondamentalismo islamico sta portando al cuore dell’Europa. Quanti immigrati positivi al Covid sono fuggiti dai centri di accoglienza senza essere rintracciati? Perché non si sono dotate le forze dell’ordine di regole d’ingaggio adeguate? E quanti tunisini, nessuno dei quali in tutta evidenza ha i requisiti per ottenere la protezione internazionale, una volta avuto il foglio di via sono scomparsi nel nulla? Gli stessi dati forniti dal Viminale sono inequivocabili: degli 11.195 tunisini sbarcati a Lampedusa nel 2020 i rimpatriati sono stati soltanto 1100, quindi uno su dieci.
Ma c’è un’altra domanda scomoda a cui il governo non ha mai risposto: come mai i dieci centri per il rimpatrio esistenti in Italia hanno 548 posti disponibili e solo 344 sono occupati, nonostante che nel 2020 siano sbarcati in Italia quasi esclusivamente migranti economici?
Qualcosa in tutta evidenza non funziona, ma invece di potenziare i controlli, il governo ha appena stanziato altri otto milioni di euro per incrementare l’accoglienza nell’hot spot di Lampedusa.
Gli appelli del centrodestra a un rafforzamento dei confini restano dunque totalmente ignorati al grido di “sciacalli”. Ma se un migrante sbarcato in piena pandemia può raggiungere impunemente la Francia e compiere una strage, c’è una innegabile responsabilità politica che peraltro condizionerà negativamente l’iter delle relocation in Europa, già frenate dalla chiusura dei confini per la pandemia e ora destinate ad arenarsi definitivamente. Chi infatti accoglierà più migranti da un Paese che fa passare impunemente i terroristi?
E non è paradossale che il ministro dell’Interno che difendeva i confini sia sotto processo, e chi invece ha sempre sostenuto che il terrorismo non passa dai barchini possa restare al suo posto come se nulla fosse accaduto?