Gli affabulatori europeisti hanno raccontato che l’inefficienza, le lungaggini, gli sprechi, i comportamenti opachi di certi stati nazionali sono i mali che l’Unione Europea eliminerà’ dalle nostre vite. Cederle diritti, sovranità’, libertà’ sarà’ un bene per tutti.

Alla prima prova del fuoco il mito s’ è infranto. Contratti di fornitura di vaccini che neanche il miglior Domenico Arcuri avrebbe avuto l’ardire di sottoscrivere. L’opacità’ padrona del campo, lontana ogni parvenza di trasparenza sulle clausole e i rapporti fra case fornitrici e acquirente. Sospetti a montagne su quali interessi si siano tutelati in questa vicenda e quanto Big Parma abbia messo sulla bilancia la sua spada di Brenno. Risultato: un ‘inefficienza da stato borbonico.

Il Presidente Von der Leyen apparsa nella sua allarmante mediocrità’, ha ammesso i suoi errori, degna erede del predecessore.

Lo smacco è stato più cocente, poiché’ dalla Repubblica di San Marino al Regno Unito, fuori dall’Unione han fatto tutti molto meglio, umiliando Bruxelles.

L’UE si è trovata nella condizione di dover avallare la scelta di alcuni membri di fare da soli, anziché’ rivendicare i vincoli di unità.

Lo stesso Draghi prima ha tenuto duro poi ha dovuto pronunciare la bestemmia ‘Sputnik’, anche per evitare di far crollare la sua popolarità’ oltre il già raggiunto meno 20%.

Rimane il fatto che è stato smascherato il bluff dell’Unione, che è e rimane lo stabilizzatore politico-finanziario dell’economia speculativa e lo strumento principe per l’avvento della post democrazia totalitaria.

L’altra questione che non è stata sollevata e che meritava attenzione è l’enunciazione di un concetto, messo lì’ da Draghi come fosse un assioma, una cosa pacifica e non, come è invece, una questione tutta da discutere. Nella conferenza stampa ha definito l’Italia ‘europeista e atlantica’.

L’Italia è europea non europeista, laddove nel linguaggio corrente, ciò’ significa adesione all’ Unione Europea, e non all’idea di Europa politica e culturale, unità in forme di rilevanza politica, di federazione o confederazione o come una sola nazione.

Europeisti sono Mario Draghi, Mario Monti & c., l’intellighenzia di regime, non la cultura nazionale.

L’europeismo invalso e sostenuto da Draghi e sarebbe oggetto di eutanasia istituzionale dal riconosciuto padre della cultura e dei sentimenti europei della democrazia repubblicana italiana, Altiero Spinelli.

Né può affermarsi a cuor leggero che l’Italia ha vocazione atlantica. L’Italia ha appartenuto a un’alleanza occidentale, l’Alleanza Atlantica (Nato) da contrapporre al Patto di Varsavia, l’alleanza dei paesi comunisti dominati dall’Unione Sovietica.

Oggi avere vocazione atlantista significa essere subalterni a scelte politiche e economico -finanziarie provenienti da oltreoceano, per lo più dannose e contrarie ai reali interessi e alla naturale vocazione dell’Italia, che è mediterranea.

Il mezzogiorno d’Europa, (a eccezione della Francia che ha preferito accordarsi con la Germania) si dovrebbe unire come han fatto gli stati di Visegrad  a tutela della propria civiltà e della propria economia e ricoprire un ruolo nell’Unione tutt’altro che gregario.

Far passare con non chalance queste due caratteristiche, europeismo e atlantismo, significa desertificate i reali valori e capisaldi di una conveniente e appropriata politica nazionale all’interno dell’Unione Europea. Sarebbe un ulteriore pessimo tributo da pagare alla post democrazia finanziarista e totalitaria e al suo campione