da Electo Magazine
Convinci, finalmente, un prestigioso esponente della cultura non allineata a mettersi in lista per le regionali lombarde. Gli spieghi che la Lombardia ha bisogno di lui, della sua competenza, del suo coraggio come futuro assessore allacultura. Vinci le elezioni e scegli la squadra. Ed alla cultura piazzi un ex assessore ai vigili urbani di Gallarate. Tale Francesca Caruso che, però, precisa che la propria nonna era la sorella di Fausto Papetti.
Dunque secondo il circolo della Garbatella, allargato a zia Daniela Garnero in Santanchè, la cultura si trasmette per via parentale e il nuovo assessore lombardo potrà deliziare il pubblico della Scala con grandi esibizioni al sax. Ovviamente non c’entra nulla che la neo assessora – o come si farà definire – lavori nello studio legale di La Russa e abbia seguito le vicende giudiziarie di “zia Daniela”. Pure coincidenze.
E se il curriculum, sotto l’aspetto di iniziative culturali, è desolatamente inesistente, pazienza. La destra fluida di governo ha ben altro di cui occuparsi. E poi il padrone Biden ha forse qualche grande trascorso in ambito culturale? No, eppure è alla Casa Bianca a dettare le politiche del governo italiano. Comprese quelle in ambito culturale, così poco interessanti per i burattinai di Washington.
Ma allora perché insistere con Zecchi affinché si candidasse? Per gettare in pasto ai media qualche nome spendibile anche in ambito universitario, per dimostrare di avere in squadra anche intellettuali credibili, per illudere gli elettori di voler metter fine all’egemonia di una gauche débâcle priva di idee ma ricca di poltrone. Tutta fuffa, tutto fumo negli occhi della campagna elettorale. Perché poi, quando si arriva al dunque, i criteri di scelta sono i soliti. Via gli intellettuali perché hanno il vizio di pensare, e avanti i fedelissimi a prescindere dalle competenze.