Ritorna il tentativo della fatwa antifascista che punta a ottenere una sorta di delegittimazione della neo premier, indipendentemente dal risultato elettorale.

L’operazione appare improvvida sia per le motivazioni sia per la sua tardività.

Meloni ha già ricoperto ruoli istituzionali e di governo di primo piano:vicepresidente della Camera e ministro della repubblica, senza riserve nè di fatto nè di diritto.

Questi richiami perlopiù non sono proposti da figure politiche di rilievo.

Li evidenziano membri  del contesto cultural-mediatico che si distingue  per il sostegno delle classi dominanti del momento.

Leo Longanesi oltre 70 anni fa soleva dire che ‘ il Corriere della sera era il giornale più venduto in Italia. Venduto in tutti i sensi’. Questo a dimostrazione di una tradizione inveterata di un certo interessato opportunismo.

Si ricorre a tutti gli espedienti. Perfino alla foto di un sottosegretario nominato, ritratto in divisa da nazi in occasione di un evento ludico.

Il fine è dimostrare che il fascismo non solo è fra noi , ma è al governo.

Ci si può domandare perchè quando furono eletti presidenti della repubblica, presidentesse e presidenti della Camera, del consiglio , del Senato  nessuno pensò di pubblicare le foto di costoro in perfetta montura fascista, portanti labari e insegne e simboli di regime. Foto reali, tutte risalenti a anni successivi alla promulgazione delle  leggi razziali.

Tant’è, così funzionano le cose.

Si sa che una bugia ripetuta all’infinito diviene nella opinione comune verità. Lo stesso per le falsità.

Come quella che incensa la roba propria come la migliore di tutte.

Ogni scarafaggio è bello per la sua mamma. Traduzione di un detto napoletano famoso quanto Scalinatella.

Vale per il refrain “La nostra costituzione è la più bella del mondo’. Non pare prudente dire una sciocchezza simile Solo due esempi fra i tanti:Costituzione messicana del 1917 , ancora vigente, Costituzione della Repubblica di Weimar di poco successiva.

Questa falsità ripetuta ossessivamente non è fine a se stessa , nè è figlia di patriottismo acritico. Sorregge la seconda : ‘la Costituzione è prima di tutto antifascista’.

Il termine ‘antifascismo’ non ricorre una sola volta nel testo. Del ‘ regime fascista ‘ e del ‘ disciolto partito fascista” la Carta si ricorda soltanto nella XII disposizione transitoria , norma strumentale, in calce all’articolato definitivo.

La Costituzione è ‘ democratica’ e ‘ repubblicana’:’L’Italia è una repubblica democratica. . “.

Come ‘democratica ‘ è ‘antitotalitaria’ e dunque anche ‘antifascista’.

Non è un gioco retorico  leggere in quest’ordine le caratteristiche peculiari della Carta e non all’inverso.

Sia perchè l’antifascismo è una species e non la sola del genus ‘antitotalitario’o se si preferisce ‘antidispotico’.

Sia perché i democratici son tutti antifascisti ma non tutti gli antifascisti sono democratici.

Qui sta la spiegazione del rebus italia e l’affermazione delle falsità storiche divenute verità.

La piattaforma che politicamente univa chi scrisse la Costituzione non avrebbe potuto essere il concetto di ‘democrazia’.

Il mondo diviso in blocchi vedeva gli uni con le democrazie occidentali gli altri con i totalitarismi orientali.

L’antifascismo li metteva tutti d’accordo.

Valorizzare una menzogna storica e trasformarla  in valore fondante di rango costituzionale , anzichè semplicemente politico , avrebbe chiuso, come ha chiuso, ogni questione.

Non parlare più di questo marchingegno sarà contribuire a un giudizio sereno.

Il governo andrà giudicato per gli atti. Da lì si vedrà se è nato per favorire  la comunità , la nazione , la democrazia.

Su questo si dovrebbe vigilare davvero.

Soltanto che le guardie in questo caso son tutt’uno coi ladri.

Cioè tifosi del continuismo postdemocratico e della lezione gattopardesca.