Conte, l’avvocato senza popolo nominato premier causa Bonafede(e ho detto tutto)si è fatto prorogare i pieni poteri e continua a colpire Salvini e chiunque costituisca una minaccia anche remota ,al mantenimento della poltrona.Si sente al di sopra di tutto e pare ignaro dei paradossi che incarna. Ad esempio: nonostante il suo aplomb, è arrivato a Palazzo Chigi come campione di un movimento che si e’ affermato alimentando un clima di sfiducia nel Paese, e ora si erge a pm del popolo per accusare l’opposizione di remare contro l’interesse nazionale “alimentando un clima di sfiducia”. Ci sarebbe da ridere se non ci fosse da piangere.
Conte gode di una rendita di posizione e può galleggiare sulle macerie della sua maggioranza come il calabrone che vola sfidando le leggi della fisica. L’ultima settimana parlamentare è stata la dimostrazione di un equilibrio precario ma stabile: il Senato ha dato via libera allo scostamento di bilancio con ben 170 voti, ma nelle ore successive il rinnovo dei presidenti di commissione ha trasformato il Parlamento in un girone infernale che ha lasciato sul campo feriti gravi e una vittima eccellente: l’ex presidente del Senato Grasso.
La maggioranza è in preda a una deriva inarrestabile, ma si ricompatta magicamente quando il governo rischia l’incidente parlamentare. E’innegabile che nella coalizione c’è entrato il “baco”, come si dice in Toscana, e più che un baco è un serpente con le sembianze del Movimento Cinque Stelle, convertito alle più deteriori pratiche correntizie, spaccato tra governisti e sovranisti, tra contiani e dimaiani e privo da tempo di un leader in grado di fare sintesi.Per cui concordare con loro anche solo un banalissimo manuale Cencelli per spartirsi le commissioni diventa un’avventura dagli esiti imprevedibili.
Con una maggioranza impegnata nelle imboscate e nei veleni quotidiani, le emergenze del Paese restano sullo sfondo, a partire dalla crisi economica e dai flussi migratori che, combinati con i nuovi focolai epidemici, si stanno trasformando in un mix esplosivo per la tenuta sociale del Paese. Conte, che si è ritagliato una furba equidistanza tra Pd e Movimento, finora è riuscito a tenersi fuori anche dalla palese inadeguatezza del governo che dirige, per cui se l’immigrazione è fuori controllo il problema è tutto del Viminale, e se il pil crolla, bisogna rivolgersi al Mef. Un navigatore nelle nebbie di una situazione surreale in cui la stabilità del governo è inversamente proporzionale alla sua inconsistenza politica.
Ma è una rendita di posizione destinata a infrangersi negli scogli d’autunno. Certo, Conte può sempre farsi scudo del lockdown elettorale, visto che a causa del combinato disposto tra referendum sul taglio dei parlamentari, la legge di bilancio e l’incombente semestre bianco (dal il 31 luglio 2021), ipotizzare elezioni anticipate è solo un’utopia nella mente di Salvini. In verità, una finestra nella prossima primavera ci sarebbe, ma con almeno due terzi dei parlamentari sicuri di non essere rieletti, la legislatura è comunque destinata ad arrivare in fondo. Ed è in questo dettaglio che si nascondono i veri pericoli per il premier: al riparo dallo sfratto anticipato, questo Parlamento campione di trasformismo sarebbe disposto a votare la fiducia a qualsiasi governo. E il Conte-ter non è contemplato.