Nel bombardamento di notizie degli ultimi mesi possiamo trarre una morale abbastanza indicativa dell’italico costume, perfetto, alla bisogna, per ogni dove: dalle province autonome di Trento e Bolzano, alla Sicilia a statuto speciale, passando per Roma e Napoli. Tesi, antitesi e sintesi. Per l’appunto. La cartina di tornasole con cui leggere la politica ma anche la sociologia del Belpaese sta nella contraddittorietà con la quale gli opposti convivono armonicamente in un mare sempre più inquinato. E in questa lotta tutto viaggia al contrario come Don Chisciotte e Sancho Panza nel romanzo di Cervantes. La contraddizione e l’andare in direzione contraria hanno reso gli italiani immuni alla bugia che ormai è diventata la norma anziché l’eccezione. In questo stordimento generale non fa più alcuna differenza affermare se il Covid esista o sia una invenzione di alcuni gnomi malefici perché l’importante è dire qualcosa, indipendentemente dalla sostanza, tanto qualcuno ci crederà. Ecco perché nessuno si scandalizza più se un politico dice una cosa e ne fa un’altra. Il massimo che si sente dire è: “vabbè, ma tanto son tutti bugiardi!”. Buttarla in rissa, screditare le istituzioni, associare sempre e comunque la politica al malaffare non ha fatto altro che favorire chi è entrato in politica proprio per sistemare fatti personali. E a settembre, con una classe di governo che ha dato il peggio di sé con ordinanze e decreti uno più assurdo dell’altro, cade a pennello il referendum sul taglio dei parlamentari. Come si fa a non votare “SI” davanti a questo scempio? Come si può essere contrari a ridurre la spesa, partendo proprio dalla ‘casta dei privilegiati’?Un dettaglio poi che, nel Paese delle contraddizioni, con tre quarti delle attività commerciali sul lastrico e il Governo a elemosinare soldi finti di Bruxelles, si trovino con nonchalance 3 miliardi di euro per Alitalia, azienda da decenni in perdita mostruosa, un inarrivabile cattivo esempio nazionale. Poi se vogliamo aggiungere i 6,3 miliardi di prestito garantito a FIAT (l’ennesimo), i CDA strapagati delle migliaia di municipalizzate, tutti i gran commis di Stato, le prefetture, la pletora di enti inutili sparsi per il Paese, ecco che il risparmio sullo stipendio di una manica di deputati appare come la mancia al cameriere dopo un pranzo a base di ostriche e caviale e champagne.Eppure basterebbe sforzarsi di guardare più a fondo per scoprire il trucco e rendersi conto che il prestigiatore è un ciarlatano. A monte di ogni riforma sarebbe necessario riscoprire l’importanza di un po’ di etica che tenga unito il Paese. Non importa essere religiosi per auspicare una rivoluzione morale prima che politica. Occorre riportare l’occuparsi della cosa pubblica a centro nevralgico del sistema anziché monopolio di qualche mascalzone o aspirante tale.Se i furbetti ci sono vanno eliminati anziché colpire con la mannaia a suon di riforme illogiche tutto il sistema. Altrimenti possiamo continuare tranquillamente a riempire i giornali con qualche rubagalline o meglio ancora abolire diettamente il Parlamento visto che basta un decreto ministeriale la settimana per andare avanti. Così vivremo contenti e ci nutriremo a sazieta’ a pane e onestà (grillina).